martedì, luglio 18, 2006

Moulay Idriss

Moulay Idriss è la seconda città santa dell'Islam, dopo la Mecca. Ecco perché è famosa!!!
Grazie a Barbara che ne sa una più del diavolo...

giovedì, luglio 13, 2006

Il riposo della "nera"


Ad un mese esatto dalla partenza la nera è arrivata a Londra. Dal caldo sole del deserto alle fredde nebbie del nord...

Qualche giorno di riposo farà bene a tutti e due...

a prestissimo

martedì, luglio 11, 2006

lunedì, luglio 10, 2006

Il Mare




Senza spiegare nulla, senza dirti dove, ci sarà sempre un mare, che ti chiamerà...
"Oceano Mare", Alessandro Baricco

domenica, luglio 09, 2006

Argenton (alla maniera di Georges Perec)
























"All'estremità nord occidentale della Francia, precisamente nel dipartimento chiamato Finisterre (anche qui), l'ultimo villaggio di pescatori normanni ha un nome ad alcuni di noi conosciuto: Argenton.

Al villaggio si accede attraverso tre strade. La prima arriva da sud, da un altro villaggio chiamato Lampaul-Plouarzel. E' una strada dipartimentale abbastanza sconnessa, segno di uno scarso interesse da parte delll'amministrazione pubblica. La seconda strada giunge da nord, da un paese con un nome alquanto bizzarro e inpronunciabile: Ploudalmézeau. Su questa strada un cartello indica la presenza di un dolmen a poche centiania di metri, vicino ad un campeggio e alla spiaggia. La terza strada, la più importante porta a St-Renan, cittadina di piccole dimensioni, ma comunque più grande delle prime due.
Il villaggio di Argenton si sviluppa attorno ad una piccola baia dove poche barche aspettano con pazienza l'arrivo quotidiano della marea. Una barca un po' più grande delle altre, dipinta di un azzurro deciso e ormeggiata nel porto, che nei periodi di bassa marea si trasforma in una distesa di fango imprigionando le imbarcazioni, è stata trasformata in una sala da te.
Il resto del villaggio, poche case, tra cui un albergo e un ristorante, sonnecchiano tranquillamente nel caldo solo di un pomeriggio estivo".

Perché ho scritto di questo villaggio? ma per il nome... chi ha lavorato con me capirà, gli altri vadano ad informarsi su
www.graphicamente.it

ciao Argy

venerdì, luglio 07, 2006

San Fermin



7 luglio, una città si veste di bianco e rosso... e corre.

ore 7, le strade del centro sono già piene di gente, gente che ha festeggiato tutta la notte, gente che ha dormito in strada, gente che si é svegliata presto (io).
il percorso dei tori è transennato da staccionate in legno, la gente scavalca per portarsi all'interno della via. Che faccio? vado?
40 minuti accalcati gli uni agli altri, stretti in questo budello dove tra breve verranno liberati 5 tori incazzati (provate voi a svegliarvi tutte le mattine all'alba, per 4 giorni, e venir costretti a correre su una strada scivolosa dove gli zoccoli non tengono solo per far divertire qualche centinaio di umani..).
Ad un certo punto la gente comincia a muoversi in una direzione, trascinando, spingedo tutto quello che c'è attorno (sempre io).
la gente urla, grida "viva san fermin"... e corre... potresti sollevare i piedi da terra e ti muoveresti comunque...
Poi la fiumana di gente si accalca sui due lati schiacciando chi stava più all'esterno. Ed é a quel punto che senti il rumore degli zoccoli che copre le urla della gente e vedi questi grossi vitelloni che ti passano a fianco incuranti di te e di tutti quelli che hanno intorno (il loro unico obiettivo é di arrivare alla plaza de toros per essere messi su un camion e tornare finalmente a casa... fino a domani).
Sembra finito.. e invece dopo un minuto un torello ritardatario compare dietro la curva... questo non deve aver fatto colazione perché trotterella un po' rincoglionito con alcuni maleducati che gli mollano delle sonore pacche sul posteriore. Ma lui niente.... cerca solo un caffè.
Viva San Fermin

giovedì, luglio 06, 2006

Serendipity



ovvero trovare qualcosa senza cercarla (più o meno)...
dunque... nel bel mezzo di nulla; in un posto chiamatop Durango (che fa molto western) il mio destriero si accascia .... un vero cow boy avrebbe estratto la pistola e sparato al cavallo per non farlo soffrire.... ma io non sono un cow boy e la nera non è un cavallo. E poi si trattava solo di una gomma a terra.
grazie al supporto morale e tecnico di alcuni abitanti del luogo (che evidentemente avevano poco da fare) riesco a raggiungere l'unico meccanico di moto della zona che nel giro di un pomeriggio (a Durango i riparatori di moto aprono alla 4pm, prima c'è la siesta...) mi cambia la gomma.
Cosa c'entra questo con il titolo? mentre chiacchieravo con il meccanico a con un altro tizio nullafacente mi raccontano che domani é San Firmino e che Pamplona dista da Durango pochi chilometri, e chi se lo ricordava....
appena riparata la moto sono partito alla volta di Pamplona... domani si corre con i tori...!!!

mercoledì, luglio 05, 2006

Fino alla fine del mondo




Esiste un posto dove le barche dormono sulla spiaggia e dove le case hanno le trombe. Si chiama Finisterre (o fisterre in galiziano) ed è il punto piú ad ovest della spagna (forse dell'europa)... potevo non andarci?

domenica, luglio 02, 2006

España, cambio di programma




Dopo aver salutato, con grande malinconia la "mia" africa, eccomi in Spagna, in Europa, nel mondo civile (?). Qui il fieno lo dispongono in maniera ordinata... però le strade non sono le stesse... qui si viaggia recintati, ovunque guard-rail o paletti.... a ricordare che lo spazio a disposizione è quello, la lunga striscia d'asfalto, oltre non si può andare... e se non mi bastasse?

Sul traghetto che mi portava da Tangeri ad Algeciras ho conosciuto due simpatici motociclisti di Granada, Josè Luis y Antonio, reduci da un breve giro nel nord del Marocco. Dopo avermi raccontato quanto sia splendida la strada che dal Marocco arriva fino a Dakar (prossimo viaggio in moto...), mi hanno suggerito di saltare il Portogallo e buttarmi invece sulla strada che taglia in due la Spagna passando per l'Estremadura, la Castilla La Mancha fino a San Sebastian. Obbedisco!

Merida, Trujillo, Toledo (prossimamente le foto).... muy preziosas...

sabato, luglio 01, 2006

La mia Africa

"Si, credo che sia cosí, è prorio quello che si e' sentito dire mille volte: la teribile bellezza degli spazi solitari e irraggiungibili, la meraviglia e il terrore dell'infinito, il dilatarsi del tempo, la quiete, il silenzio, la solitudine...
Ma forse tale fascino non è che uno dei nomi del narcisismo: l'orgoglio, la vanità di sentirsi vivo in condizioni estreme, scoprire risorse insospettabili all'interno di noi stessi. Sì, anche, ma forse c'è qualcosa di più. O di meno. Forse quel che ci pesa, terrorizza e seduce, è una negazione piuttosto che un'affermazione, un'assenza piuttosto che una presenza. Forse è' la mancanza di segni e di simboli, di cartelli e di pubblicità, di idoli e di bandiere, di promesse e di speranze. Arrivare, finalmente, a una certezza chiara, assoluta. Il deserto come pienezza del vuoto, come negazione di ogni illusione. La vita allo stato puro, fragile, felice, assurda, piena, vulnerabile".
da "La rosa del deserto, verso il mistero dei Tassili", Pep Subirós